La guarigione, ovvero la capacità di recuperare la salute, è una risorsa che ogni essere vivente possiede.
La Riflessologia Plantare, comunemente conosciuta come “massaggio del piede” può rappresentare un valido aiuto nell’accompagnare la persona nel suo percorso di guarigione.
Il piede rappresenta il nostro sostegno, il mezzo di contatto tra l’uomo e la terra.
La natura ha previsto che gli stimoli ricevuti camminando (a piedi nudi!!) dovessero essere utili per il nostro benessere e per questo ha posto nel piede un numero molto elevato di terminazioni nervose collegate con tutto l’organismo.
Ogni stimolo pressorio provoca una reazione automatica e involontaria che innesca un processo di riequilibrio laddove era una situazione di disarmonia.
Con la Riflessologia sopperiamo alla carenza di contatto con la madre terra, che è diventata una caratteristica della vita moderna, cosicchè oggi sono le mani del Riflessologo che, attraverso la stimolazione dei punti riflessi, mettono in movimento il processo appena descritto.
Le origini
Già gli antichi Egizi, e prima di loro gli Indiani, ritenevano il massaggio plantare tanto importante da raffigurarlo nei loro geroglifici e nei testi sacri di 6000 anni fa, ben prima che la scienza scoprisse che nel piede esiste un altissimo numero di terminali nervosi che fanno di queste estremità una parte del nostro corpo particolarmente sensibile.
In occidente l’interesse per le tecniche riflesse è iniziato nei primi anni del novecento per merito di un medico, il Dr. Fitzgerald. Egli riusciva ad alleviare il dolore fisico dei pazienti esercitando pressioni su punti precisi delle mani o dei piedi, stimolando così una reazione antalgica che permetteva di eseguire operazioni chirurgiche anche in parti del corpo distanti dai punti trattati.
La Riflessologia oggi
Oggi il Riflessologo esperto non si limita ad un massaggio generale, ma ricerca e stimola quei punti che riflettono l’origine, la causa delle problematiche manifestate; questo perché, come in tutte le terapie olistiche, l’uomo è considerato come una unità di diversi piani (fisico, emotivo, mentale, spirituale) e la malattia come espressione di una disarmonia che può nascere ad un livello differente da quello su cui si manifesta.
Ecco che la Riflessologia olistica interviene proprio là dove l’armonia si è incrinata, senza tuttavia trascurare i punti collegati alla problematica manifestata.
Ma poiché abbiamo parlato di “olismo”, il Riflessologo utilizza ogni “ segno” che trova scritto sul piede: rughe, callosità, conformazione delle diverse parti, postura, colore della pelle, odore ecc. diventano informazioni preziose, come caratteri di stampa impressi sul libro della vita della persona.
Gli effetti
Il primo effetto di una seduta riflessologica è sicuramente uno stato di rilassamento che permette alle energie prima bloccate di circolare più liberamente portando nutrimento ai tessuti e aiutandoli a liberarsi dei loro rifiuti. Questo movimento energetico permetterà agli organi emuntori di svolgere al meglio il loro lavoro di depurazione ed espulsione delle tossine.
Un altro effetto della stimolazione dei punti riflessi è che la persona stessa impara ad aumentare l’ascolto del proprio corpo e i segnali che questo invia attraverso il dolore, permettendole così di ritrovare una migliorata relazione con se stessa.
Le tecniche
L’intervento riflessologico si esplica attraverso varie intensità di lavoro: possiamo avere un approccio morbido, di contatto, empatico, che porta rilassamento, tranquillità; ma possiamo utilizzare anche trattamenti forti, che mirano a scardinare situazioni acute, stati infiammatori; oppure trattamenti energetici nei quali il contatto diventa più leggero di una carezza.
La Riflessologia plantare è un viaggio alla scoperta di se stessi, lungo il quale non è l’operatore che decide o condiziona, ma è la persona che in modo estremamente semplice e naturale entra in contatto con se stessa e affronta e risolve in sé le cause del proprio mal-essere.
A chi si rivolge
Chiunque può sottoporsi ad un trattamento riflessologico traendone beneficio. Non esistono controindicazioni assolute, se non legate a condizioni che impediscono il contatto stesso con il piede, avendo ben chiaro che non si tratta di pratica medica e che in nessun caso vuole sostituirsi alla competenza del medico.
Chiunque può anche diventare Riflessologo, poichè questa professione è innanzitutto un percorso di crescita personale, di autoconoscenza e di disponibilità ad incontrare il prossimo, e quindi ancora noi stessi, ogni giorno della vita.
Praticante: Michela Bresciani
